Hollywood di nuovo in crisi: situazione di difficoltà per il rinnovo dei contratti. Trattativa in corso e non ancora chiusa
Hollywood trema ancora una volta. Il fulcro del cinema americano ed internazionale è di nuovo in una situazione di stallo. La paura al momento è che si potrebbe ripetere quanto già accaduto nel 2023: una nuova ondata di scioperi che se prolungati porterebbe ad uno stop delle produzioni per diversi mesi.
Ma perché accade tutto questo? 170 mila contratti sono in scadenza il prossimo 31 luglio e trovare un accordo tra le richieste delle maestranze e le case di produzione sembra sempre più difficile, considerando anche la situazione delle casse, continuamente in rosso, per via della fuga degli spettatori.
Hollywood e la scadenza dei contratti: cosa succede
Al momento ad Hollywood è in corso una contrattazione tra i produttori, quelli tradizionali e gli streamers e la confederazione dei sindacati che rappresentano chi lavora sui set e nella post-produzione. Si cerca di trovare un accordo per il rinnovo dei contratti che sono in scadenza tra circa un mese, il prossimo 31 luglio per tantissimi operatori dello spettacolo: costumisti, scenografi, montatori, cameraman, esperti di effetti speciali, elettricisti e fornitori del catering.
Sicuramente il clima rispetto allo scorso anno è più pacato ma l’accordo non è facile da raggiungere. Già due volte il termine ultimo è stato prolungato in quanto i lavoratori chiedono condizioni da inserire nel contratto della durata di tre anni che i produttori evidentemente non vogliono concedere.
Sicuramente Hollywood non è più quella di un tempo, non è più il tempio del cinema americano per eccellenza. Si punta, infatti, al risparmio e alle zone dove è più conveniente allestire le produzioni: basta pensare che già New York offre 700 milioni di dollari di tax credit all’anno rispetto ai 330 della California che diventano illimitati in Georgia.
Perché il declino?
Sono tanti i fattori che hanno portato al collasso del sistema di Hollywood. Girare in questa famosa zona dell’America è diventato un vero e proprio salasso per i produttori che decidono di girare altrove, in posti, come visto, nei quali le spese sono decisamente minori. Dopo la pandemia è stato difficile ricominciare, anche per i grandi Studios che hanno perso tantissimi soldi. “Gli Studios hanno finito i soldi, devono tagliare – ha detto a Tgcom24 il produttore romano Michele Greco che da vent’anni lavora a Los Angeles – Hanno approfittato dello sciopero per rescindere senza penale alcuni contratti onerosi e chiudere progetti poco remunerativi”.