Il processo infinito, il sequestro della struttura e poi le proteste; sembrava che si vedesse uno spiraglio in fondo al tunnel de La Sonrisa ma è di nuovo tutto in bilico.
La sentenza di sequestro per abuso edilizio del La Sonrisa, struttura ricettiva nel comune di Sant’Antonio Abate della famiglia Polese, tiene ormai banco dal mese di Febbraio quando si arrivò all’atto finale di una vicenda giudiziaria che va andava avanti dal 2008.
Da quel momento però sono scattate le preoccupazioni; della famiglia Polese stessa che da generazioni manda avanti la struttura -ormai conosciuta in tutta Italia come il Castello delle cerimonie grazie al programma di Real Time-, ma soprattutto per il personale. Tra ristorante e albergo, La Sonrisa dà lavoro a 200 persone fisse a cui si aggiungono gli altri 300 stagionali senza contare l’indotto; insomma parliamo di una struttura da cui dipendono moltissime famiglie, in un territorio dove la ricerca di lavoro è sempre complicata.
In questi mesi la famiglia Polese, pur essendosi un po’ dileguata dalle scene, ha continuato a lavorare soprattutto per sostenere i propri dipendenti che nel frattempo hanno portato avanti manifestazioni e sit-in di protesta verso l’amministrazione comunale, ora deputata a decidere che ne sarà del futuro del castello.
Ma a preoccupare non è soltanto il futuro della struttura; paradossalmente a creare indotto è stato lo stesso programma trasmesso da Real Time, che ne sarà di questo?
Non è stata di certo la preoccupazione principali e se ne comincia a parlare meglio solo ora che si sembra essere arrivati ad una decisione definitiva.
A Maggio, durante uno degli ultimi consigli comunali, la sindaca di Sant’Antonio Abate aveva riferito per filo e per segno su quella che è la situazione attuale della struttura e auspicava una soluzione che permettesse di continuare il lavoro fino ad ora svolto, proprio per tutelare i lavoratori e le famiglie.
La scelta più logica è sembra giungere con un accordo su un canone di locazione che la famiglia Polese dovrebbe versare alle casse del comune. A conti fatti, si parla di condonare per intero la struttura, lasciarla ancora in gestione alla famiglia che l’ha creata ma permettere tutto questo attraverso il pagamento di un canone di affitto; la somma e le modalità dovrebbero poi essere stabilite dall’ufficio tecnico in base ai prezzi del mercato.
Insomma sembrava di essere arrivata alla conclusione forse più logica di tutta la vicenda, il che avrebbe riportato nella struttura anche le telecamere di Real Time per le registrazioni della nuova stagione del Castello delle cerimonie, proprio ora che c’è l’altra stagione. Eppure parlare al condizionale è ancora d’obbligo.
Un condizionale d’obbligo perché nel frattempo, da fine Maggio quando è arrivata la proposta del canone ad oggi ci sono passate nel mezzo le elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno. La sindaca Abbagnale è stata riconfermata, ma la burocrazia è lunga e questo ha portato ad un allungamento dei tempi per la messa in pratica della soluzione.
Risultato finale? La struttura è ancora in bilico, l’accordo non c’è ancora per cui non si può dare per scontato il ritorno delle telecamere a La Sonrisa. Gli appassionati del programma dovranno aspettare ancora per sapere se mai ci sarà un nuova edizione.
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