La Real Casa intende riavere il tesoro dei Savoia, lo Stato dice di no. In cosa consiste, quanto vale e che storia rocambolesca hanno questi preziosi.
I gioielli della Corona dei Savoia, un tesoro di inestimabile valore composto da 6.732 brillanti e 2.000 perle di diverse misure, sono stati oggetto di una lunga battaglia legale condotta da Vittorio Emanuele di Savoia, deceduto all’età di 86 anni il 3 febbraio del 2024.
Questi gioielli sono custoditi all’interno di uno scrigno situato in un caveau della Banca d’Italia dal giugno del 1946. Gli eredi dell’ultimo re d’Italia, Umberto II, avevano chiesto la restituzione di questi gioielli, compresi nel patrimonio della famiglia Savoia, tra cui Vittorio Emanuele e le sue sorelle principesse Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice.
Nonostante l’esilio e la fine della monarchia, Vittorio Emanuele è stato sempre benestante, con un patrimonio stimato in circa 1,5 milioni di euro e un reddito annuo di quasi 300.000 euro. Il suo patrimonio includeva diverse proprietà in luoghi come Ginevra, Roma, Corsica, Gstaad e Portogallo.
Tuttavia, i gioielli della Corona non facevano parte dei suoi possedimenti, essendo stati confiscati dallo Stato italiano alla fine della monarchia.
Tesoro dei Savoia, quanto vale?
Dopo la richiesta di restituzione avanzata dagli eredi Savoia nel 2021, la Banca d’Italia ha respinto la richiesta citando le responsabilità del depositario. Una tappa importante della vicenda dei gioielli della Corona risale al 1946, quando furono consegnati alla Banca d’Italia su incarico di Umberto II. Ciò avvenne appena tre giorni dopo la nascita della Repubblica Italiana. L’ultimo atto della scorsa disputa si è concluso con un diniego della Corte Costituzionale.
Attualmente, i gioielli sono conservati in un caveau della Banca d’Italia. Tra questi spicca un diadema ornato da 11 volute di brillanti, perle e gocce di brillanti.
Il loro valore non è stato quantificato recentemente. Ma nel 1976, l’ultima valutazione effettuata senza considerare il valore storico li valutava sui 2 miliardi di lire, all’incirca 300 milioni di euro in valore attuale.
Nonostante la controversia sulla loro restituzione, la storia e il valore dei gioielli della Corona rimangono un tesoro storico e culturale di incommensurabile importanza per l’Italia.
La storia: i nazisti non riuscirono a trovarlo
Il 29 luglio del 1900, dopo l’assassinio del re Umberto a Monza per mano dell’anarchico Gaetano Bresci, la regina Margherita di Savoia diede il tesoro di Casa Savoia alla nuora. La quale era la futura regina Elena del Montenegro, moglie di Vittorio Emanuele III di Savoia.
Da allora e fino alla Seconda guerra mondiale pare che il tesoro dei Savoia fosse stato tenuto sottochiave in una cassaforte del Quirinale. Dopo la fuga di Vittorio Emanuele III, i gioielli e la corona vennero nascosti in un passaggio segreto di Palazzo Barberini, risalente al Rinascimento.
Questo fece in modo che i nazisti che occuparono Roma non riuscirono a trovare il tesoro dei Savoia. Con la nascita della Repubblica italiana, nel 1946, il tesoro è stato infine spostato nel caveau della Banca d’Italia, divenendo di proprietà dello Stato.
Anche se i rappresentanti della Real Casa di Savoia ancora in vita appartenenti al ramo principale della famiglia ne hanno chiesto la restituzione. Di questo tesoro non fa parte la corona del re d’Italia, che è esposta alla Villa Reale a Monza. E sappiamo a quanto ammonta il patrimonio dei Savoia ad oggi, in totale.