Dopo il caso Scurati, c’è voluta qualche settimana, ma la punizione per Serena Bortone è arrivata. Il suo Che sarà… cancellato e lei a rischio licenziamento.
Il ciclone del caso Scurati non sembra proprio volersi placare e anzi nell’ombra di chi spera che il pubblico abbia già dimenticato e sia attratto da altre notizie, in Rai la dirigenza pensa a come sistemare la questione.
Il caso orami è ampiamente di dominio pubblico; il 25 Aprile nella trasmissione di Serena Bortone, Che sarà, era stato invitato lo scrittore Antonio Scurati per tenere un monologo sulla Liberazione e Matteotti. La sera prima della messa in onda, la presentatrice scopre che l’autore è stato tagliato fuori, il giro di chiamate che ne è seguito -stando alla versione data da Bertone stessa- non è servito a chiarire la situazione, così prima sui social e poi in diretta televisiva, la giornalista ha palesato la censura nei confronti dell’ospite, negando che alla base di tutto ci fossero ripensamenti sul compenso da dare all’autore ritenuto invece troppo alto stando alla versione della dirigenza e della stessa Meloni intervenuta sul caso.
Proprio l’idea di fare tutto alla luce del sole non è piaciuto alla Rai che dopo qualche settimana, sperando che la bufera fosse ormai passata, ha avviato una procedura di contestazione contro Serena Bortone. Da quel momento, le voci di corridoio lasciavano intendere di una storia ormai arrivata al capolinea, quella tra Bertone e Rai. Per settimane si è anche detto che proprio il programma di Bertone era a rischio cancellazione, dopo una prima iniziale riduzione di programmazione.
Ora che se ne ha la conferma, arriva anche l’ipotesi di licenziamento per la giornalista.
Dopo settimane di ipotesi, sembra essere certo che a Viale Mazzini è prevalsa la linea dura. Serena Bertone non solo sarebbe fuori dai palinsesti, ma per lei si parla anche di un allontanamento definitivo dall’azienda di Stato.
La nuova ondata del ciclone è scoppiata proprio in merito a queste che sarebbero le nuove decisioni della dirigenza, che però dal canto suo non conferma nulla e anzi sottolinea che i palinsesti sono in corso di definizione e non saranno presentati al cda prima del 26 e 28 giugno prossimi, mentre alla stampa toccherà aspettare fino al 19 luglio.
Nel caso di chiusura, Serena Bortone dovrebbe essere ricollocata essendo una dipendente, ma il punto è che ora su di lei c’è la scure del licenziamento. Un’ipotesi che non sembra poi così lontana dalla realtà considerando le parole di qualche settimana fa dell’Ad Sergio, il quale parlò espressamente di licenziamento per azioni del genere.
A schierarsi senza se e senza ma nei confronti della giornalista, il sindacato Usigrai della Rai ormai da mesi ai ferri corti con la dirigenza. “Colpirne una per educarne cento, il metodo della Rai di oggi è chiaro -si legge in una nota del sindacato rilasciata in questi giorni-. […] Chi come Serena Bortone osa ribellarsi alla censura di un ospite per “ragioni editoriali” deve essere punti, anzi licenziato, come dichiarato dall’Ad Sergio.”
È dura anche la linea del sindacato che non ha intenzione di arretrare: “Quando parlavamo di controllo asfissiante della politica ci riferivamo a questo. La Rai, per questo vertice aziendale, deve essere megafono del Governo. Questo è il cambio di narrazione che teorizzavamo. […]” Usigrai promette battaglia e fa sapere che “non arretrerà di un passo a difesa delle colleghe e dei colleghi che esprimono dissenso rispetto a censure e violazione dei diritti a tutela del lavoro giornalistico“.
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