Freddie King, il gigante della chitarra blues morto troppo presto, ma che ha saputo lasciare un’impronta decisiva nella musica.
Freddie King nasce a Gilmer in Texas nel 1934, ancora adolescente però si trasferisce con la famiglia a Chicago ed è da qui che entra nel mondo della musica tanto da diventare una delle personalità più influenti di tutti i tempi.
Proprio a partire dagli anni Trenta, Chicago diventa un luogo fondamentale per la musica blues e jazz. Le case discografiche si trovano in questa città, gli artisti si spostano dagli Stati del Sud dove il blues è nato per trovate nuovi stimoli; il west side della Capitale dell’Illinois diventa il quartiere popolato dai neri, che vivono in condizioni indigenti ma non rinunciano alle grandi passioni: i canti gospel della chiesa e il blues sono due di questi.
King arriva da questo mondo qui ed incoraggiato dalla famiglia coltiva sia la passione per il blues, per il quale riceve le influenze dei grandi blues man a partire da B.B. King passando per Muddy Waters e Robert Johnson, sia quella per il gospel. Inizia a suonare la chitarra e negli anni Cinquanta appare sulla scena musicale proprio del west side di Chicago. Da questo momento ha inizio la carriera, purtroppo breve di Freddie King divenuto in pochissimo tempo uno dei Re del blues elettrico.
Le prime incisioni risalgono agli anni Sessanta, si tratta però di brani strumentali– tra questi c’è Hide Away, brano che gli permette di entrare nelle classiche oltre che diventare poi una delle canzoni più coverizzata di sempre.
Lo stile blues di King si distingue fin dalle prime battute. Energico e struggente, a cui si affianca una vocalità originale e potete oltre che un impressionante aspetto fisico: con i suoi 2 metri di altezza e 136 kg è impossibile non restare ammaliati dal chitarrista quando sale sul palco. La notorietà arriva da subito, in quegli anni ’60 durante i quali il blues lascia il continente americano per approdare in Europa. In particolare in Inghilterra con il british blues revival che si fa strada, tant’è che King viene osannato come uno dei migliori bluesmen dell’epoca fino a diventare con B.B. King e Albert King uno dei tre re del blues -oltre che diventare modello e ispirazione di artisti come Eric Clapton.
Il decennio successivo è quello della consacrazione; nel 1971 esce Getting Ready album in cui King concentra tutte le sue passioni. Impossibile non notare le influenze del gospel pastorale così come del blues acustico, ma non mancano i toni arrabbiati che anticipano il rock and roll. Sempre in questo disco si trova Living on the Highway brano funk blues di cui King diviene a tutti gli effetti primo sperimentatore oltre che essere poi un brano manifesto del suo modo di essere oltre che fare musica.
Il ’72 è l’anno di Texas Cannonball, album intitolato così per il suo soprannome e che diviene anche il suo album più noto.
Figura centrale per il blues elettrico e urbano, King è stato anche una figura ingombrante nel contesto afroamericano. Il re del blues elettrico purtroppo non ha potuto vivere appieno il suo talento, come per molti artisti contemporanei, le deleterie condizioni di vita ne condizionarono la salute. Freddie King muore, infatti, a soli 42 anni a causa delle ulcere che lo affliggevano, il 28 dicembre del 1976.
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