Fanno riflettere le parole di un gigante della musica come Fabio Concato, critico nei confronti della musica di oggi.
“La musica di oggi è inascoltabile” ha rivelato, lapidario, Fabio Concato in una recente intervista. Le parole del cantautore fanno riflettere sullo stato attuale della musica contemporanea, scesa progressivamente di livello. Se prima esisteva una certa ricerca sonora, oggi è tutto standardizzato. Inoltre, le etichette puntano solo alle “hit mordi e fuggi”, che si dimenticano in tre mesi.
Il che potrebbe essere spiegato in tanti modi. Una della cause, forse la più importante, è il collasso del mercato musicale. In un’era dove le copie fisiche non si vendono, e dove si possono ascoltare miliardi di canzoni gratuitamente, o pagando un abbonamento irrisorio a una piattaforma streaming, non ha senso produrre musica ricercata, perché “tanto la musica la si regala”.
Non che non ci siano più artisti di spessore, oggi, o album di qualità. Anzi, ce ne sono tantissimi, basta solo cercarli. Il problema è che, se prima i musicisti impiegavano mesi o anni in studio di registrazione, per cercare di creare un particolare sound, oggi in mezza giornata si assembla un album, fatto tutto al computer. Non c’è ricerca perché tanto non si guadagna.
Se non si guadagna, il tempo speso dietro al progetto viene meno, e inoltre si tende a lavorare con superficialità. Insomma, l’argomento è ampio, e la musica liquida ha praticamente massacrato il significato stesso di musica, indebolendolo. La musica, oggi, non ha più alcuna forza rivoluzionaria, il suo messaggio ha perduto potenza. Se la musica non entra nelle case e non viene bramata dai ragazzi, non ha potere.
Il potere è quello fisico, quando un disco entra fisicamente nelle case, viene inserito nello stereo, viene bramato, acquistato, prestato agli amici, ascoltato in condivisione. Perciò, no, la musica liquida è inconsistente, cento milioni di visualizzazioni non valgono nemmeno 50 mila copie fisiche vendute, né in termini di guadagni né in termini di fama. Quando si regala un lavoro, questo non è più prezioso, non ha più valore, economico e simbolico.
Ecco, lo stesso concetto, espresso in altre parole, è quello di Fabio Concato, autore di brani memorabili come “Ti ricordo ancora”, “Rosalina”, oppure della bellissima e delicata “Guido Piano”, o ancora, il suo pezzo più famoso, “Fiore di maggio”. Ma la sua musica cantautoriale ha sempre rivelato un certo gusto jazz di base. Non a caso, mercoledì 28 febbraio, Concato si esibirà a Sassari insieme all’Orchestra Jazz della Sardegna.
Il gusto per il jazz non è mai stato nascosto, anzi, sono molteplici i brani del musicista milanese nei quale emerge l’influenza jazz. Insieme a Gabriele Comeglio, direttore dell’Orchestra, nonché collaboratore di giganti della musica come Mina, Stevie Wonder e Ray Charles, Concato sta preparando un concerto che si preannuncia magico.
Comeglio esalterà le componenti jazz dei brani di Concato, rivelando un repertorio ricco di sfumature, che dietro nasconde una preziosa ricerca sonora che continua tuttora. La musica del cantautore milanese è sempre stata in bilico tra pop e jazz. A proposito della musica di oggi, dopo il successo di ascolti dei Sanremo, Fabio Concato ha le idee chiare.
“Sanremo non lo sopporto più, ho visto alcune parti, ma le produzioni sono basate su musica inesistente, i testi sono fatti di parole a tratti interessanti, spesso estreme, inquietanti ma incomprensibili. Penso che ci troviamo in un’epoca di vuoto cosmico”, e poi aggiunge “Sono fiducioso, prima o poi torneranno tempi di musica nuova, bella e interessante”.
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