Enrico Brignano e gli influencer: cosa ne pensa l’attore romano della loro posizione rispetto alle persone “comuni”. Le dichiarazioni
Riparte da casa sua, dalla sua città Enrico Brignano pronto a far ridere e sorridere, di nuovo, gli italiani con il suo ultimo spettacolo “Ma…diamoci del tu!” in programma dal 19 dicembre 2023 al 17 gennaio 2024 all’Auditorium Conciliazione che per la data del 31 dicembre già sold out. Lo spettacolo, prodotto da Vivo Concerti, è scritto con Manuela D’Angelo e la collaborazione ai testi di Alessio Parenti, le musiche originali sono di Andrea Perrozzi.
In occasioni del suo debutto Brignano ha concesso una lunga intervista a La Repubblica in cui ha parlato di sé e del suo lavoro in lungo ed in largo: dagli esordi, la lunga gavetta, il successo e la famiglia costruita con Flora Canto sposata due anni fa ed i loro figli, senza dimenticare il grande affetto che il pubblico nutre per lui e temi attuali come quelli del lavoro.
Proprio per via del nome del suo spettacolo, Enrico Brignano ha parlato del dare del tu alla gente, un modo semplice per parlare con tutti, anche con il pubblico che gli è amico. Il lei? “Riservarlo soltanto a chi se lo merita per dignità”. Il suo spettacolo lo considera, oggi, come un’occasione per fare un viaggio della memoria all’indietro, rivivendo tutto quello che ha passato, soprattutto le porte in faccia ed i no ricevuti.
Ma non è tutto: “Personalmente io poi riservo il ‘tu’ a chi ha la forza di combattere per la pagnotta, a chi non vede il salario minimo”. Brignano si schiera dalla parte della gente comune, di chi lavora con dignità e si sveglia pesto la mattina per portare il pane a casa e non capisce, dice, perché, “debbano avere meno fortuna e attenzione degli influencer”. Insomma, un attacco, nemmeno tanto velato, a chi con poco sforzo guadagna molto rispetto alle persone che svolgono lavori che l’attore definisce, “più importanti di quelli velleitari” come chi lavora di notte, le guardie giurate, gli ambulanzieri e molti altri.
Le idee di Brignano emergono in modo chiaro nel suo ultimo spettacolo e proprio lui ricorda da dove è partito per arrivare dove è oggi. Ha raccontato, infatti, di aver lavorato al tornio parallelo, al trapano a colonna, studiando alla scuola istituzionale di professioni dell’industria e dell’artigianato. La stima dell’artista va verso tutti coloro che fanno molti chilometri per lavorare e ricevere “stipendi in grado di fare arrivare a fine mese” una famiglia.
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