ttoPaura e apprensione, nelle scorse ore, per Gino Paoli. La foto dal medico del cantautore genovese ha fatto il giro del web scatenando ipotesi e supposizioni. Ecco come stanno le cose
In un tardo pomeriggio di novembre il popolare cantautore genovese (ma friulano di nascita), Gino Paoli, 89 anni lo scorso 23 settembre, ha gettato nel panico amici, fan ed appassionati. Il motivo? E’ comparso in una foto particolare. Lo scatto ritrae il popolare artista, autore e interprete di brani che hanno segnato in positivo la storia della musica italiana, come Sapore di Mare, Il Cielo in una Stanza e Quattro Amici al Bar, alle prese con un medico.
La fotografia, nello specifico, è scattata in un ambulatorio e mostra Gino Paoli, con il braccio scoperto, mentre riceve le cure e l’assistenza di un uomo in camice bianco. L’immagine, come accennato, non solo ha fatto il giro del web, “Cosa succede a Gino?” si sono domandati in molti, ma raccogliendo in poche ore centinaia di commenti e di richieste di chiarimenti. Richieste di chiarimenti e spiegazioni che, in realtà, sono arrivate a strettissimo giro di posta. Anche se in effetti sarebbe stato sufficiente scorrere il carousel delle foto.
Cosa è successo a Gino Paoli?
La foto che ritrae Gino Paoli in un ambulatorio medico in realtà non è altro che la testimonianza della vaccinazione anti-Covid. La quarta della serie, alla quale il cantautore di Pegli si è sottoposto. Ed a vaccinarlo c’era un medico di eccezione il Professor Matteo Bassetti, Direttore della Clinica per Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova. Bassetti, sul cui profilo è comparsa la foto, ha spiegato il motivo della pubblicazione di uno scatto cosi privato. Il motivo è legato al fatto che l’artista ha avuto una bruttissima esperienza con la pandemia da coronavirus Covid-19.
Il popolare cantante, infatti, ha sperimentato sul proprio corpo il contagio nel 2022. Al tempo ha avuto grossi problemi respiratori e come scrive Bassetti nel post Instagram: “Con un quadro veramente grave”. L’autore de La Gatta è stato peraltro uno dei primi pazienti in Liguria, ma in generale in Italia, ad essere trattato con farmaci antivirali e soprattutto con le terapie monoclonali. Un fattore che di fatto gli ha salvato la vita. Nel post Bassetti sottolinea che “Gino ha la memoria lunga”. Ed essendo stato uno dei primi a vaccinarsi con l’attuale campagna in atto spera possa essere da esempio per i tanti, troppi, che ancora non si sottopongono alla nuova dose