Natalino Otto è considerato colui he ha portato lo swing in Italia, la sua calda voce ha accompagnato un paese in macerie verso la ripresa.
Nato nel 1912, in provincia di Genova, Natalino Otto, il cui vero nome era Natale Codognotto, è stato uno dei cantanti italiani più famosi e importanti degli anni ’40 e ’50. Forse, oggi il suo nome non è molto conosciuto, e non tutti lo ricordano, eppure, la sua calda voce ha accompagnato l’Italia, un paese ridotto in macerie, come il resto dell’Europa, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Otto è considerato il primo artista ad aver introdotto lo swing in Italia. Appassionato di musica sin da ragazzo, inizia a suonare la batteria militando in alcuni gruppi musicali di Genova. Durante l’adolescenza, assume il nome d’arte, e negli anni ’30 parte per l’America, approdando a New York, in cerca di fortuna, ed è qui che incontra il batterista jazz Gene Krupa e il violinista Joe Venuti. Qui si innamora del jazz e della musica nera.
La vita e la carriera di Natalino Otto, colui che ha portato lo swing in Italia
Grazie alle sue amicizie, Otto si innamora del jazz, e così, al posto di restare negli Stati Uniti, preferisce tornare in Italia, portando con sé ciò che ha appreso, oltre a una serie infinita di dischi, di spartiti e di attrezzature musicali. Da Genova, Otto si unisce all’orchestra di Franco Grassi, stabilendosi a Roma, per poi trasferirsi a Milano.
È proprio nel capoluogo lombardo che il cantante inizia a fare sul serio e a farsi un nome nella scena musicale italiana. Tuttavia, la censura fascista di tutta la musica estera, lo penalizza. Sotto il fascismo, vengono banditi il jazz, così come il blues. Gli artisti italiani sono costretti a “italianizzare” questi generi, e lo stesso fa Otto, traducendo i testi delle canzoni.
Ad esempio, i brani “Sain Louis Blues” viene tradotto in “Le tristezze di San Luigi”, oppure “Mister Paganini” viene cantato con il titolo di “Maestro Paganini”. Alcune stazioni radio, come ad esempio l’EIAR, rifiutano di passare musica influenzata dagli americani, ritenuti inferiori. Il nome di Natalino Otto, per diversi anni, viene oscurato.
La censura, la rivalsa durante la Guerra, il trionfo
Otto è costretto a registrare di nascosto e a cantare la sua musica all’estero, in giro per l’Europa, ma non in Italia. Nonostante l’ostracismo della politica italiana, i suoi dischi vendono bene, si contrabbandano, si ascoltano di nascosto, si prestano. Nel 1940, il suo nome riemerge dall’oscurità. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la sua musica accompagna le famiglie sotto i bombardamenti.
Nello stesso periodo, recita in alcuni film, sempre nel ruolo di cantante. Il suo primo grande successo, cantato da tutti, è la canzone “Perduto amore”, pubblicata nel 1943. Dopo la Guerra, Otto raggiunge il grande successo, complice anche la partecipazione al Festival di Sanremo, con i brani “Notturno”, nel 1954, e “Canto della valle” nel 1955.
Nel 1950, Natalino Otto fonda la sua casa discografica, la Bolero, la quale mette sotto contratto un altro gigante dello swing italiano, Fred Buscaglione. Negli anni ’60 partecipa ad alcuni programmi della RAI. Muore nel 1969, a soli 56 anni, stroncato da un infarto. Nel suo repertorio, figurano oltre 2 mila brani: tra questi, i più famosi sono “In cerca di te (perduto amore), “Ho un sassolino nella scarpa”, “Mamma voglio anch’io la fidanzata”, “Polvere di stelle”, “Mister Paganini”.