Non solo figlio e nipote di, Paolo Antonacci è di più e sta conquistando Sanremo dal dietro le quinte. Eppure per quel cognome in passato ha sofferto.
Ha un cognome importante che rimanda subito alla musica, a questo si aggiunge poi che suo nonno è Gianni Morandi che di storia della musica italiana (e non solo) ne ha fatta. Paolo Antonacci è il primogenito del più famoso Biagio e della figlia di Morandi, Marianna.
La musica, quindi, la respira da quando è bambino, ma ha il cognome e la famiglia hanno avuto un peso importante che lo hanno fatto anche soffrire. Del resto sono tanti i figli d’arte che si son dovuti portare dietro cognomi pesanti dovendo affrontare cliché e vedendo le proprio carriere, spesso, frantumarsi proprio per questo.
Paolo Antonaccio ha deciso di vivere di musica, ma lo fa dal dietro le quinte, come paroliere e portandosi a casa una serie collaborazioni e successi di cui alcuni anche inaspettati. Anche a questo Sanremo 2024 è coautore di alcuni dei brani più apprezzati.
Chi presta attenzione alle presentazioni degli artisti in gara a Sanremo si sarà reso conto che il nome di Paolo Antonaccio viene fatto abbastanza spesso; è infatti coautore di 3 dei brani in gara a questo Festival e si tratta, tra l’altro, di brani che sono tra i più apprezzati. Stiamo parlando di Sinceramente di Annalisa, Apnea di Emma e I p’ me, tu p’ te di Geolier che ieri si è preso la testa della cinquina tra i brani più votati da radio e televoto.
Un Sanremo che, come ha raccontato Antonacci stesso in un’intervista concessa al Corriere della Sera, si è rivelato per lui essere liberatorio, oltre che la consacrazione del lavoro che ha deciso di fare; “Questo Sanremo è stato psico-magico per me, mi ha fatto fare pace con il cognome, con la sofferenza di essere figlio e nipote di. Ora vivo di questo mestiere, mi posso comprare casa“.
Un percorso il suo che l’ha portato ad essere oggi sereno rispetto agli ingombranti talenti che ci sono nella sua famiglia. Ma non è stata facile, ha ammesso, la sofferenza è stata tanta e i momenti difficili attraversati non sono di certo mancati “avevo un disturbo ossessivo compulsivo molto forte, vivevo in una foresta di simboli e mi vergognavo come un cane“.
Le parole per le canzoni non gli mancavano, ma aveva paura di esporsi, di presentare proprio per via di quel cognome. Oggi non è più così, con queste parole ci vive e mette la firma a testi che hanno conquistato -oltre ai già citati testi sanremesi, Paolo Antonacci ha collaborato anche a Tango di Tananai, Made in Italy di Rosa Chemical e Bellissima di Annalisa. Insomma la strada è più che spianata.
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