Riccardo Muti si scaglia contro i Maneskin e non solo. I fan scossi da tanto astio che riposta nelle sue dichiarazioni il diretto d’orchestra.
La situazione si scalda nel panorama musicale italiano. Dopo l’arresto di Shiva molti artisti e musicisti si sono sentiti interpellati e hanno esposto i loro dubbi, non solo sull’accaduto. Si parla di cultura italiana, di musica italiana e di dove sia oggi. Un tema spinoso che Riccardo Muti decide di prendere in maniera tutt’altro che delicata, andando a lanciare dichiarazioni molto forti e di impatto, sia per i musicisti che per i loro fan.
La cultura italiana abbandonata: le affermazioni di Muti
Che la cultura italiana non sia valorizzata non è certo una novità, come si dice, mantenendo integri i detti della nostra penisola, è un po’ il “segreto di pulcinella“. Questo ovviamente non vuole sminuire la situazione, sia chiaro, ma riportare all’attenzione cosa stia succedendo. Riccardo Muti apre così il discorso, affermando che “la cultura nel nostro paese sta attraversando un periodo ancora più drammatico verso il basso”
Esordisce così per iniziare ad affrontare un discorso che vuole arrivare ad un evento che non ha fatto notizia e che, secondo lui, è scandaloso. A Vittorio Veneto è stata messa in vendita la casa di Lorenzo Da Ponte, celebre librettista di opere come il Don Giovanni, Così fan tutte e Le nozze di Figaro di Mozart. Un personaggio che, secondo Muti, “dovrebbe essere studiato al liceo“.
I fan dei Maneskin indignati dalle affermazioni del maestro
La vendita della casa dello scrittore a Vittorio Veneto, dove è presente anche l’accademia teatrale Da Ponte, dedicata proprio allo scrittore, non ha fatto notizia. Una delle tante figure trascurante della cultura che hanno costituito quello che oggi noi siamo e che, per Riccardo Muti, è qualcosa di inaccettabile. Questa situazione rimane, sicuramente, uno scandalo che figure come Lorenzo Da Ponte non vengano valorizzate, ma anzi, abbandonate, ma il commento del direttore d’orchestra non si ferma sullo specifico fatto.
Infatti, proprio nel difendere la sua tesi sull’abbandono della cultura della penisola continua dicendo “stiamo bruciando i ponti con a cultura italiana, e i media ci parlano dei rapper, dei Maneskin o Maneskino“. Un attacco diretto, come ad affermare che la loro presenza musicale indebolisce, se non uccide, la cultura passata che rimane silenziosa in mano ai media. Affermazioni che i fan dei Maneskin non hanno digerito facilmente, indignandosi nei confronti del maestro. Rimane che il tema portato all’attenzione dal direttore d’orchestra è un problema reale che, però non può trovarne il colpevole nelle realtà musicali che oggi costituiscono il panorama musicale.