Gino Paoli, classe 1934, non si ferma, in questo periodo è alle prese con la presentazione della sua autobiografia, edita da Bompiani.
A settembre di quest’anno compirà 90 anni, e ancora non ha deciso cosa vuole fare da grande, per citare la sua autobiografia “Cosa farò da grande. I miei primi 90 anni”. Gino Paoli, classe 1934, non ha intenzione di andare in pensione, anzi, in questo periodo è alle prese con la presentazione del libro, edito da Bompiani, partecipando in vari eventi in tutta Italia.
La sua casa di Modena è ricca di ricordi del passato, le pareti piene di fotografie che lo ritraggono insieme alla moglie Paola e ai figli, ma anche i suoi dipinti. E poi si possono ammirare tanti oggetti sparsi per la casa. Al centro della sala c’è un pianoforte, compagno di un’intera vita. La sua autobiografia, pubblicata lo scorso novembre, ha entusiasmato e commosso il pubblico.
L’autobiografia di Gino Paoli, il cantautore racconta 90 anni in poco più di 300 pagine
La copertina è davvero curiosa, il cantautore appare in una foto in bianco e nero, indossando un copricapo indiano. Come ammette lo stesso protagonista, si tratta di una foto ironica, che gli ha ricordato un momento di leggerezza, a casa dell’amico Red Ronnie a Bologna. Paoli rivela che, in quell’occasione, stanco per le ore piccole, si era addormentato nella vasca da bagno.
Ronnie era appena tornato da un viaggio in America e aveva in programma un’intervista con Gino Paoli. Il mattino seguente, i due erano scesi in strada, e Ronnie aveva portato questo copricapo da sciamano indiano. Mentre parlavano della carriera del cantante, facendo l’intervista passeggiando per le strade di Bologna, Red Ronnie aveva chiesto all’amico di mettersi il copricapo solo per una foto.
La foto rispecchia perfettamente il contenuto della biografia, in bilico tra cinismo e ironia, per questo motivo Paoli l’ha scelta per la copertina. In effetti, raccontare 90 anni di vita e 70 di carriera, non deve essere semplice, ma con la giusta dose di ironia si può affrontare ogni momento, anche il più delicato e oscuro. Disilluso, ironico, cinico, Gino Paoli ha attraversato le stagioni più belle della canzone italiana.
La lunga storia del musicista e il tentativo di suicidio
In 300 pagine, il cantautore ricorda la sua infanzia, durante il fascismo e la guerra, poi la rinascita e il boom economico, il successo della canzone italiana classica, e ovviamente le sue canzoni immortali, che hanno saputo conquistare generazioni e generazioni di ascoltatori nel tempo.
Oltre alla musica, Paoli ricorda anche le tante donne baciate, le auto sportive guidate, la sua passione per il mare. Un ritratto di vita, ma anche di morte, con i tanti amici perduti negli anni, e ovviamente il tentativo di suicidio per via delle depressione.
Un tentativo, affrontato nel 1963, che gli è costato una pallottola conficcata ancora oggi nel pericardio, irremovibile, e che “oggi non rompe più le scatole al metal detector. Deve essersi arrugginita”. E quando gli si chiede come è riuscito a restare sulla cresta dell’onda per così tanto tempo, Paoli risponde che “non essere di moda comporta restare sempre di moda, significa essere sempre attuali”.
E poi aggiunge che “Tutto mi è capitato”, poiché “volevo fare il pittore, non il cantante, non ho mai cercato di fare qualcosa”. Ma cosa vuole fare, da grande, Gino Paoli? Sicuramente terminare alcune canzoni a cui sta lavorando, e poi immergersi nelle acque di San Fruttuoso, vista la passione per le immersioni, e senza bombola.