È il più tragico degli eventi che un genitore possa vivere e quando si è un personaggio pubblico lo si vive ancora di più. Al Bano quel dolore non l’ha mai superato.
Il 5 gennaio del 1994 la vita di Al Bano Carrisi e Romina Power cambiava per sempre. Sulle sponde del fiume Mississippi scompariva, senza mai più essere ritrovata, Ylenia la primogenita della coppia.
Il mistero che ha avvolto la scomparsa della giovane ha inseguito e ancora insegue l’intera famiglia Carrisi che spesso si ritrova a fare i conti con questo passato ingombrante e doloroso. È l’evento più tragico che un genitore possa affrontare, la scomparsa -poi dichiarata morte presunta dalla polizia– di un figlio. Un episodio che non ha potuto che lasciare il segno e che ha determinato il resto della vita del cantante di Cellino.
In poco tempo ha visto la famiglia sgretolarsi, salvo poi recuperare e ristabilire i rapporti con tutti in anni più recenti, e comunque sempre sottolineando come il motivo della separazione non sia dipeso dalla scomparsa di Ylenia. Dalla sparizione sono seguiti 9 anni di solitudine per Al Bano che, raccontando di quel periodo ha anche spiegato come sia venuta meno la fede.
Negli anni Al Bano ha provato anche a darsi una spiegazione sulla scomparsa della figlia, ormai avvenuta 30 anni fa.
Com’è normale che sia, Al Bano non parla molto volentieri di quanto accaduto quel maledetto 6 gennaio in America. Il silenzio rotto, di recente, in occasione di quello che sarebbe stato il compleanno della figlia. Il 29 Novembre, infatti, Ylenia avrebbe compiuto 53 anni e in questa giornata papà Al Bano ha voluto condividere uno degli scatti ricordo che ha con la sua prima figlia.
L’immagine li ritrae abbracciati, ma sono le parole che accompagnano la foto a lasciar intendere la spiegazione che Al Bano alla fine si è dovuto dare per provare ad andare avanti: “sopravvivere ad un figlio è una condanna“, scrive il cantante che spiega come, dopo anni passati a fare ricerche, sia arrivato alla conclusione che quel giorno la sua Ylenia sia morta.
Restano, quindi, i ricordi e le foto scattate nei pochi anni avuti a disposizione e di come l’uomo senta costante la presenza della figlia. Un continuo inseguirsi fino a quando non avranno la possibilità di abbracciarsi ancora.
I primi tempi sono stati per Al Bano una continua ricerca della verità. Un percorso che ha cessato di essere quando ha avuto modo di parlare con il guardiano del porto di New Orleans dove il Mississippi sfocia. L’uomo, considerato dalla polizia come l’ultimo ad aver visto la giovane ancora in vita, ha raccontato al cantante di aver visto una giovane ragazza seduta sul muretto alla sponda del fiume e di come quest’ultimo abbia provato a farla allontanare.
Purtroppo però Ylenia non l’ha fatto e anzi pare abbia detto la frase “Io appartengo alle acque“, prima (probabilmente) di lanciarsi. Per questo la polizia ha anche parlato di suicidio, ma il punto potrebbe anche essere che Ylenia volesse fare un bagno. Il Mississippi però è un fiume che non perdona.
Quella frase comunque ha convinto Al Bano che la ragazza in questione fosse proprio la figlia, perché quella stessa frase Ylenia la pronunciava anche da piccola prima di tuffarsi in acqua.
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