Al Bano, pochi ricorderanno il furioso litigio con Michael Jackson: diventò un caso mondiale

Forse in pochi ricorderanno il litigio, finito anche in tribunale, tra Al Bano e Michael Jackson per la paternità di un brano: un caso diventato mondiale.

I cantanti Michael Jackson e Al Bano
I cantanti Michael Jackson e Al Bano (Blueshouse.it)

Vedere questi due nomi accostati fa un po’ ridire e potrebbe sollevare molteplici dubbi, ma forse non tutti ricordano che le vite di Michael Jackson e di Al Bano, oltre 30 anni fa, si sono incrociate, e per puro caso. I due destini non si sono incrociati in circostanze serene, e i due cantanti non si sono avvicinati per lavorare insieme in studio di registrazione.

No, niente affatto. La loro è stata una storia molto delicata, che ha raggiunto un’eco mondiale, che ha scatenato un’infinità di polemiche e un litigio protratto per oltre un decennio. Che cosa ha a che fare il nostro Al Bano Carrisi con Michael Jackson, l’artista più popolare nella storia della musica? Ripercorriamo le tappe di un caso che ha dominato le prime pagine dei giornali per un decennio intero.

Al Bano intenta una causa contro Michael Jackson, il caso mondiale che ha segnato gli anni ’90

Albano Carrisi ed Mj nel film Moonwalk
Albano Carrisi ed Mj nel film Moonwalk (Blueshouse.it)

La storia della musica è costellata di casi simili, con litigi furiosi, polemiche e accuse di plagio. Talvolta, il plagio è plateale, altre volte ben nascosto, e solo chi ha un buon orecchio riesce a percepire i passaggi simili. Ma il caso sollevato da Al Bano nei confronti di Michael Jackson è stato davvero clamoroso, e ha fatto discutere a non finire.

A intentare la causa fu proprio il cantautore di Cellino San Marco, nei primi anni ’90. Era il Natale 1991, quando suo figlio, un giorno, gli telefona per fargli ascoltare un brano contenuto nel nuovo disco di Michael Jackson, “Dangerous”, dall’iconica copertina. Quel brano si intitola “Will You Be There”, tra l’altro scelto persino come uno dei singoli, per un album pieno zeppo di hit planetarie che scolpiscono un’era.

Tutti parlano di “Dangerous”, uno degli album più venduti di tutti i tempi, anticipato dalla “Black or White” il cui videoclip era andato in onda in contemporanea in tutto il mondo e in versione integrale (dove recita l’attore Macauley Culkin, all’epoca all’apice del successo). E in scaletta, in mezzo a capolavori come “Heal the World”, “Give into Me”, In the Closet”, “Jam”, “Remember the Time”, “Who is it” o “Keep the Faith”, vi è proprio “Will You Be There”, il brano incriminato.

Il brano incriminato: Michael Jackson e il plagio ad Al Bano

La canzone di Michael Jackson, meravigliosa, è praticamente identica a un brano di Al Bano, “I Cigni di Balaka”, cantato insieme a Romina Power e inserito nel disco “Libertà!”, pubblicato nel 1987, quattro anni prima rispetto a “Dangerous”. Il sospetto che si tratti di un plagio è fortissimo, le tastiere, i cori e le linee melodiche si somigliano troppo, e così Al Bano non ci pensa due volte: tramite i suoi avvocati presenta un esposto per plagio.

Il Tribunale stabilisce subito che sono 37 le note combacianti della melodia, e così impone all’etichetta di Michael Jackson, la Sony, di ristampare il disco senza “Will You Be There”, cosa che avviene soltanto a partire dal 1994, tre anni dopo la sua pubblicazione. Al Bano, come risarcimento, chiede 5 miliardi di lire. Ma la vicenda è ancora lunga.

Jackson in Tribunale per il brano plagiato al cantante pugliese

Michael Jackson, in realtà, non è a conoscenza della vicenda, e scopre l’accusa soltanto nel 1997, durante il concerto dell’History World Tour che si tiene a Milano. Prima di esibirsi, il cantante viene convocato a Roma, per ribattere all’accusa di Al Bano. Il cantautore italiano afferma che per le registrazioni dell’album “Libertà!”, si era trasferito a Los Angeles, registrando e producendo il disco proprio in California.

Evidentemente, qualcuno aveva registrato o trafugato i nastri, e in qualche modo questi erano finiti in mano a Michael Jackson e al suo staff. In effetti, si tratta di una coincidenza davvero eclatante. Tuttavia, interpellata la Sony, questa ammette che sia il brano di Jackson che quello di Al Bano sono ispirati a un vecchio pezzo americano degli anni ’30, “Bless you for being an angel”, di proprietà della stessa Sony.

Gli avvocati di Al Bano, a questo punto, chiedono solo 4 milioni di lire di risarcimento, ma la battaglia legale non vede alcun vincitore. Nel 2001, è lo stesso Al Bano a dover risarcire la Sony per le spese legali e Michael Jackson per le spese processuali. Insomma, un litigio clamoroso che si è concluso con un nulla di fatto, in effetti, il brano originale degli anni ’30, registrato dal gruppo The Ink Spots, è similissimo agli altri due. Dal 2003 “Will You Be There” viene reintrodotta nella tracklist di “Dangerous”.

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