Si arriva al processo per uno dei filoni dell’indagine Ares-gate scoppiata qualche anno fa. Ancora una volta finisce sotto i riflettori e accusa Alberto Tarallo fondatore della casa di produzione.
Era il 2020 quando alcuni membri della casa del Grande Fratello Vip, Adua del Vesco e Massimiliano Morra, cominciavano a venire fuori i contorni di quello che da lì a poco sarebbe stato l’Ares-gate, così soprannominato perché al centro di tutto c’era l’Ares Film casa di produzione fondata da Alberto Tarallo.
Parliamo di una casa che ha segnato circa 20 anni di storia della fiction Mediaset, producendo serie di successo come Caterina e le sue figlie, Il Bello delle donne nonché lanciato attori di successo come Gabriel Garko e Manuela Arcuri. Dalle parole dei due concorrenti venne fuori all’epoca un vero e proprio caso mediatico oltre che giudiziario in cui i contorni erano quelli di una vera e propria setta, dove gli attori erano costretti a subire di tutto e per mano di un carnefice oscuro dal nome emblematico, Lucifero.
L’Ares chiuse i battenti poco prima del lockdown per bancarotta, ora si apre un nuovo filone di indagine legato a quello scandalo e che vede di nuovo sotto accusa lo stesso produttore. Tarallo è accusato di bancarotta fraudolenta e questa estate inizia il processo nei suoi confronti.
Alberto Tarallo di nuovo a processo
A settembre sul Nove, nell’ambito di Nove Racconta, andò in onda una sorta di documentario della vicenda in cui si provava a ricostruire i fatti e le testimonianze, ascoltando anche i membri della famiglia Losito, compagno di Tarallo, che hanno sempre alzato forti dubbi sul suicidio di Teodosio.
Tant’è che nel 2019 la Procura di Roma avvia un’indagine per istigazione al suicido, poi conclusasi con un’archiviazione. Da li sono partiti gli altri filoni di indagine, tra cui anche quello per bancarotta fraudolenta che il prossimo luglio poterà Alberto Tarallo alla sbarra.
Le accuse ricolte a Tarallo
Secondo la Guardia di Finanza, così come riporta La Repubblica, Tarallo e Losito avrebbero manipolato i bilanci della società, sottraendone denaro e contribuendo al dissesto che ne ha determinato la bancarotta. Per gli investigatori, nei bilanci 2017-2019, Tarallo non avrebbe comunicato dati che riguardavano la situazione economica della società; in altre parole, per i pm l’accusa è quella di aver dissipato i soldi della società attraverso l’uso reiterato delle carte di credito aziendali, il tutto in assenza di giustificazione economico-aziendale.
Una nuova spada di Damocle sulla testa dell’ex produttore che il 2 Luglio dovrà rispondere ai giudici della nona sezione collegiale del tribunale di Roma, spiegando com’è fallita la sua società.