La giornalista Barbara Palombelli racconta i tragici retroscena sull’adozione delle figlie; una grande lotta per la normalità.
Quello che andiamo ad affrontare e che Barbara Palombelli ha affrontato con l’opinione pubblica e nella sua vita privata è un tema molto importante: l’adozione. Non parliamo semplicemente delle difficoltà di un’adozione che costituisce un percorso già più “confort“, per quanto non possiamo noi giudicarlo in questi termini. Parliamo di una situazione all’estremo che permette di vedere uno spaccato del nostro mondo duro e pericoloso, nel quale finiscono i giovanissimi. Un vortice di abusi e violenze subite dalle famiglie precedenti e che, come un onda d’urto, scuotono le vite future.
Le difficoltà di un’adozione: ecco la storia di Barbara Palombelli
Adottare è un grande gesto di solidarietà e umanità, che vede una famiglia accogliere un essere umano messo al mondo e abbandonato. Tante le dinamiche che costituiscono questo abbandono e questo distacco e lungi da me o da chiunque arrogarsi il diritto di giudicarne la situazione. Vite importanti che passano fra le mani di assistenti sociali che aiutano e costruiscono nuovi ponti di vita. Questa è l’adozione, un legame importante e duraturo che va a sostituire quello precedentemente spezzato, alcune volte violentemente.
Sì, perché di questo stiamo parlando oggi, di violenza. Non è solo un racconto di un’adozione e del suo valore simbolico e sociale. parliamo della possibilità di regalare un rifugio a bambini che non ne hanno mai avuto uno. Un rifugio che non sia violento e che non alzi le mani contro delle creature indifese, come, invece, spesso succede. Questa storia che trova come narratrice Barbara Palombelli non è l’unica e questo suo racconto di apre le porte verso un dibattito più ampio che vuole permetterci di contestualizzare tutti noi quanto questo sia qualcosa da non sottovalutare.
Barbara Palombelli e l’adozione: ecco la sua testimonianza
Barbara Palombelli, giornalista e conduttrice televisiva di lunga data, si racconta e lascia una scia di briciole di pensieri sull’adozione dei suoi figli. “È stata dura. […] Quando ho adottato le mie due figlie, loro avevano 7 e 10 anni. Denti mancanti per le botte del padre.” racconta la giornalista “Per far loro superare i traumi, abbiamo fatto tutti terapia di gruppo, io Francesco, i fratelli. Una cosa che consiglio ad ogni famiglia. […] conta l’esempio che dai. Le mie figlie mi hanno visto lavorare tanto.”
Un racconto importante che ci racconta il cambio radicale di vita che ha permesso a queste giovanissime ragazzi di conoscere un mondo e una vita migliore e diversa. Un pensiero che tutti noi dovremmo fare, avere il coraggio anche di adottare, di credere che sia possibile donare una nuova vita a chi è stata sottratta.