Elio: cosa significa avere un figlio autistico. Il cantante vuole sensibilizzare e informare per una società più inclusiva e informata. Le sue parole
Elio, quello delle Storie Tese, si è sempre distinto, insieme al suo gruppo, per aver creato intorno a sé, a livello mediatico, il personaggio con tanti episodi collezionati nel corso della carriera. Ancora in pochi conoscono, però, la sua storia di padre. Proprio lui, diversi anni fa, nel 2018 aveva chiesto a Michele Serra di aiutarlo a raccontare la sua storia e di far conoscere l’autismo. Elio, infatti, è papà di Dante, ragazzo autistico.
Una malattia della quale oggi si parla molto di più che in passato ma che non sempre viene avvicinata e trattata in modo giusto. Elio per via della sua esperienza cerca con la sua musica di diffondere il messaggio della consapevolezza sociale promuovendo una società più inclusiva e informata. Vediamo cosa ha detto di recente.
A proposito di autismo e cosa significhi vivere con un figlio autistico, Elio, padre di Dante, ha raccontato a BSMT le difficoltà che vivono in Italia le famiglie che accolgono una persona autistica. L’artista ha spiegato che la maggior parte delle persone “non ha idea di quanti abbiano dei figli autistici, ce ne sono una quantità impressionante” precisa.
Il problema? Che nessuno parla in quanto si tende ancora a nascondere la cosa ed è “quello che ho fatto io fino ad un certo punto” ha ammesso Elio spiegando che è molto più comodo rinchiudersi in casa e andare avanti come se nulla fosse nonostante le difficoltà.
“Impegno quotidiano continuo, duro, persone coinvolte, una quantità di soldi che non avete idea – ha sottolineato – ecco perché bisogna pensare anche agli altri”. È questa cosa che ha permesso ad Elio di aprire gli occhi e guardarsi in giro.
“Mi sono accorto di quante persone non possono fare quello che ho fatto io e questa è una delle più grandi ingiustizie al mondo” ha detto senza giri di parole il cantante. Una riflessione che lo ha portato a voler parlare dell’argomento, a non nascondersi e a sensibilizzare la comunità. Elio ha precisato che chi vive con un figlio autistico ha bisogno delle istituzioni. Sono loro che devono dare a tutti la possibilità “di accedere a dei trattamenti” perché nel caso dell’autismo una grande percentuale dei ragazzi “può migliorare molto e può essere inserita nel mondo delle persone attive”.
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