Le luci della ribalta sono piene di artisti dotati capace di tutto, ma solo il Re è stato capace di rapire i cuori “non sapendo fare niente”
Elvis Presley, sue maestà, il Re del Rock and Roll, una figura, una leggenda, un Dio, un uomo. Qualcuno che è riuscito a far sognare intere generazioni semplicemente esprimendo sé stesso. Svariati generi ed innumerevoli canzoni. Elvis Aron Presley ha calcato i palchi americani come fosse stato il creatore del mondo.
Chi ha avuto la fortuna di assistere alla sua epoca d’oro, oggi o non lo ricorda perché troppo giovane o è ormai ansiano. È fissa nella notte del lontano 16 agosto 1977. La compagna Ginger lo ritroverà ore dopo, accasciato senza vita nel bagno dell’artista. L’uomo, che in quei giorni stava assumendo diversi medicinali per via di un’operazione ad un molare, aveva assunto altre massicce dosi di barbiturici, per conciliarsi un sonno che non voleva presentarglisi.
Nell’attesa che questi facessero effetto, ormai a notte già inoltrata, ha avuto un infarto, che gli causerà la morte pochi momenti dopo. In preda all’agonia riesce a trascinarsi in bagno, per svuotare lo stomaco, un attimo prima di collassare morto in terra. La causa della morte oggi è attribuita ufficialmente ad un collasso cardiaco. Procurato, sotto ogni attuale evidenza, dall’ampia assunzione di tranquillamente farmaci vari.
Tutti però regolarmente prescritti dal suo medico curante. Non si esclude del tutto il possibile stato di shock anafilattico procurabile dalla codeina. Sostanza di cui lui era lievemente allergico e presente in alcuni farmaci che assumeva in quelle re per via del dente dolorante. Un uomo che, nella sua grandezza, nascondeva anche un invisibile fragilità, come spesso accade nelle menti dei più grandi artisti.
Ma oggi non ne vogliamo condannare le disattenzioni compiute in vita, vogliamo esaltarne il successo ed il talento. E come farlo se non rivelando una particolarissima caratteristica che lo contraddistingueva, ma che in pochissimi conoscono? Elvis Presley, cari lettori, non aveva mai imparato a leggere o a comporre la musica che tanto amava.
Slegato da ogni stile, ha seguito le note scritte da decine di compositori diversi. Più di 600 canzoni cantate e neanche una scritta di suo pugno. Un uomo che amava cantare, cantare di tutto su tutto e in tutti i modi possibili. Un performer, un artista, un ricordo che rimarrà nella storia del mondo, finché la civiltà umana, avrà voglia di tramandarne lo straordinario, seppur inquieto ed amaro, ricordo.
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