Le recenti dichiarazioni dello stilista Guillermo Mariotto fanno discutere e commuovono: “Io, vittima di bullismo, picchiato regolarmente”.
Nato a Caracas, in Venezuela, lo stilista e designer Guillermo Mariotto, diventato ormai un personaggio televisivo grazie alla partecipazione in veste di giurato alla trasmissione “Ballando con le stelle”, si racconta sulle pagine del “Corriere della Sera”. Ripercorre gli anni della sua giovinezza, in Venezuela, quando a scuola veniva picchiato regolarmente.
Nell’intervista, lo stilista non risparmia dettagli dolorosi, che non gli hanno permesso di trascorrere una giovinezza serena. La sua omosessualità gli ha procurato tantissimi disagi, perché “non ero accettato, ma venivo insultato e provocato ogni giorno”. La sua adolescenza è stata segnata dal bullismo, con tante situazioni difficili e molto dolorose.
La difficile adolescenza, fatta di provocazioni, lividi, pugni, prese in giro, ha forgiato il carattere dello stilista. Oggi, Mariotto è una persona forte, intraprendente, determinata. Ha smesso di avere paura. Ma la giovinezza è stata durissima. Era un’altra epoca, era un altro paese.
“Ho vissuto il bullismo sulla mia pelle perché ero gay”, ammette. Guillermo è sempre stato un ragazzino pacifico, ma per la disperazione è diventato aggressivo. Odiava il mondo. Sopportare soprusi e ingiurie non è semplice, comporta una pazienza enorme, che prima o poi termina, e così si diventa cattivi.
Il luogo in cui è cresciuto non ha mai accettato la sua omosessualità. “Si capiva che ero gay, anche da ragazzino, vestivo in un certo modo. I bulli si arrabbiavano perché ero bravo nello sport, non lo potevano accettare perché ero omosessuale”.
Ogni giorno, ricorda lo stilista, veniva picchiato, subiva violenze, “spesso mi aspettavano sotto casa. Ero fortissimo in atletica perché ero abituato a scattare”. Purtroppo, non tutti i ragazzi vittime di bullismo riescono a reagire, come ha fatto lui, tanti anni fa, e restano schiacciati dalla violenza e dai soprusi, e a volte accade la tragedia.
Una tragedia proprio come il recente caso di Palermo, dove un ragazzino di 13 anni si è tolto la vita. Si tratta di un problema crescente, che deve essere arrestato. I social hanno acuito questa situazione di disagio, sono strumenti pericolosissimi, e le condizioni, oggi, sono molto più delicate e rischiose rispetto agli anni passati.
“All’ennesimo insulto, alla fine sono esploso, ho attaccato il boss del gruppo, Muniz, gli sono saltato sulle spalle e gli ho strappato i capelli. È stato spettacolare, davanti ai genitori e ai professori”. L’appoggio di nonna Leonor è stato fondamentale, la quale gli diceva sempre “non sei sbagliato tu, è sbagliato il posto in cui sei nato. Prenditi la laurea e va via da qui”.
Subito dopo gli studi, Mariotto è partito per la California, per poi trasferirsi in Italia, dove è diventato un popolare stilista e personaggio di spettacolo. L’appoggio della famiglia conta tantissimo, per questo motivo, genitori e parenti devono saper affrontare situazioni simili, infondere amore, conforto, fiducia e sicurezza.
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