La storia della musica è segnata da leggende, misteri e tragedie, scopriamo alcune delle icone scomparse improvvisamente dopo aver cambiato il mondo.
La storia della musica è affascinante non soltanto per via dei tanti artisti geniali che ne hanno fatto parte, o dei concerti da record che hanno cambiato il mondo, oppure per via delle canzoni e composizioni che hanno segnato un’era. La storia della musica è fitta anche di leggende, di situazioni misteriose, di accadimenti ancora oggi inspiegabili, e di morti improvvise.
Sono tantissimi gli artisti che, dopo aver segnato un’epoca con la loro arte, sono scomparsi all’improvviso, per diverse motivazioni, all’apice della loro gloria, sconvolgendo tutti i fan. La lista è davvero lunga, ne citiamo giusto alcuni, che ancora oggi raccolgono milioni di seguaci e sono ascoltati in tutto il mondo. Artisti deceduti per via dei loro eccessi, per via dei loro deliri, e anche per colpa della loro fama.
Scopriamo alcune delle icone scomparse improvvisamente dopo aver fatto la storia della musica
Una delle icone musicali che ha scritto la storia è sicuramente Ian Curtis, leader dei Joy Division. Affetto da epilessia e divorato dalla depressione, Curtis si impiccò in cucina, uccidendosi a soli 23 anni. Era il 1980. Prima di morire, Ian aveva guardato il film “Stroszek” di Herzog e sul piatto del giradischi aveva “The Idiot”, il primo album solista di Iggy Pop.
Nemmeno i componenti della sua band si erano resi conto della situazione, non comprendendo il suo stato di salute. In una carriera brevissima, i Joy Division hanno creato definitivamente il post punk, segnando un prima e un dopo con l’album “Unknown Pleasure”, seguito poi dal postumo “Closer”. Tra le icone scomparse improvvisamente non possiamo non ci tare Kurt Cubain dei Nirvana.
“Meglio spegnersi subito che bruciare lentamente” recitava Nei Young in “Rust Never Sleeps”, ed è proprio il cantautore canadese, con l’album “Re-actor” a dare origine al movimento grunge. Non un genere, ma un concetto musicale che si fece per tutti gli anni ’80, specie in nord America, per poi raggiungere il successo planetario all’alba dei ’90, grazie a una manciata di band provenienti da Seattle.
Le morti scioccanti della storia della musica
Cubain si sparò in faccia con un colpo di fucile. Era il 5 aprile 1994. Attorno alla sua morte ci sono ancora dubbi e misteri. La lettera del suicidio, le droghe, la depressione, il prezzo della fama, tutti indizi concreti, eppure, nel corso degli anni, si sono susseguite numerose teorie del complotto. Altro mito ci ha lasciato troppo presto è Jeff Buckley, una delle voci più belle degli anni ’90.
Autore del capolavoro “Grace”, unico album in vita, seguito poi dal secondo lavoro postumo “Sketches for my Sweetheart the Drunk”, Buckley seguì le orme del padre Tim, componendo grandi brani folk rock. Il 29 maggio 1997, all’apice del successo, si immerse (vestito) nel Wolf River di Memphis, annegando pochi secondi dopo. Una vicenda assurda, così come quella che riguarda il grande Nick Drake.
Anche Drake morì giovanissimo, il 25 settembre 1974, a causa di un’overdose di antidepressivi, dopo aver pubblicato solo tre dischi. Soffriva da tempo di depressione, era schivo, viveva a casa con la mamma e stava chiuso sempre in camera sua. Inoltre, era scontento per lo scarso successo dei suoi lavori, rivalutati soltanto dopo la sua morte.
Miti scomparsi troppo presto
Bon Scott, il primo vocalist degli AC/DC, sostituito poi da Brian Johnson, morì per avvelenamento dal alcool in una notte di febbraio del 1980. La sua vita era vissuta all’insegna dell’eccesso e i compagni di squadra avevano avuto più di una avvisaglia. Il disco “Back in Black” uno dei lavori più venduti nella storia della musica, nonché il primo della band dopo la sua morte, è dedicato alla sua memoria.
Altro mito musicale, Marc Bolan è l’icona stessa del glam rock, prima con i T. Rex, poi da solista. Morì in un incidente d’auto nel 1977. Era andato a cena fuori con la sua collega Gloria Jones. Al ritorno la macchina guidata dalla Jones uscì di strada e si schiantò contro un albero. Bolan morì sul colpo. Infine, citiamo John Lennon, nel 1980 era tornato in classifica con il suo ultimo album “Double Fantasy”, dopo un’assenza dalle scene durata 5 anni.
Dopo aver tenuto un’intervista in tv per la promozione del disco, tornò nel suo appartamento di New York, dove venne ucciso da Mark Chapman, un ragazzo ossessionato da Lennon, il quale sparò 5 colpi contro il cantante. Dopo l’omicidio, Chapman rimase a vegliare sul corpo, leggendo “Il Giovane Holden”, facendosi poi arrestare. Ancora oggi sta scontando l’ergastolo.