Una mamma racconta su TikTok ciò che pensa sulle differenze generazionali, in particolare la differenza tra la sua generazione e le Gen Z/Millennials.
Sin dalla notte dei tempi, si denota uno scontro generazionale, e non può essere altrimenti. Più si va avanti con l’età e meno si comprendono i comportamenti dei giovani, delle nuove generazioni. Così è sempre stato e così sarà sempre. La frattura, tra una generazione e l’altra, è comprensibile, inevitabile. Non si può fare altro che cercare di comprenderla, accettarla e interpretarla.
E così è stato per una mamma straniera, la quale ha affidato al suo profilo TikTok alcune disamine in relazione alle differenze generazionali, cercando di riflettere sulle differenze tra la sua generazione e quella dei suoi tre figli. In particolare, si è soffermata sulle differenze tra la sua generazione e quella dei Millennials, e quella Gen Z, ovvero dei ragazzi di oggi.
Differenze generazionali, la riflessione di una mamma affidata a TikTok, cosa emerge
Quando si parla di Generazione Z, si parla dei ragazzi nati tra i 1997 e il 2012, quindi adolescenti e giovani-adulti, fino ai 25 anni di età. Per quanto riguarda i Millennials, si parla dei nati dal 1981 fino al 1996, cioè coloro che sono cresciuti nell’era del millennio. La donna, nel suo curioso video, riflette sulla modalità di guardare un film in streaming.
Prima di tutto, la mamma pone agli utenti una domanda precisa: “Ho tre figlie, due di loro sono Millennials, la terza è Gen Z. Durante le vacanze di Natale, abbiamo visto tanti film, e loro hanno sempre richiesto di mettere i sottotitoli”. Sembrerebbe una domanda semplicissima, eppure nasconde una profondità inaspettata.
La risposta della donna è stata altrettanto semplice, ma fuori contesto: “Perché non ho 70 anni e non sono sorda”. Per le vecchie generazioni, come ad esempio i cosiddetti Boomer, guardare un film sottotitolato significa avere problemi di udito. In realtà, per le generazioni di più giovani, i sottotitoli, in un film, identificano altro. Che cosa?
Sottotitoli in un film: perché le nuove generazioni li attivano
È la stessa donna e riferire la risposta delle figlie: “Per loro è normale tenere i sottotitoli attivi perché riescono a cogliere molto di più di quello che guardano”. In tal senso, si riesce a non perdersi nulla del film che si sta guardando, nel caso in cui si dovesse chiacchierare o sentire un rumore che “soffocherebbe” l’audio. Grazie ai sottotitoli, il pubblico ha modo di capire tutto, e di non perdere ogni singola parola.
Inoltre, la donna, che non aveva mai pensato prima d’ora a questa possibilità, ammette che le nuove generazioni “sono tanti più intelligenti di noi. Com’è possibile?”. In realtà, come confermano gli esperti, le nuove generazioni non sono più intelligenti rispetto alle vecchie, ma sono più smart. Hanno sviluppato un’abitudine a controllare diversi “piani di azione” contemporaneamente.
Grazie all’uso dei social, i ragazzi riescono a focalizzare immagini e parole in meno tempo, e a capire immagini, parole, frasi, suoni, contemporaneamente. Ma la verità è altra, e non è proprio come dice la donna. Questa frenesia, questa bulimia di “piani di azione”, in realtà comporta serie problematiche, come una maggiore facilità di distrazione.
La soglia di attenzione, infatti, proprio a causa dei social, si è enormemente ridotta, e il cervello ha subito un’involuzione cognitiva, è abituato sempre meno a pensare, a capire, a riflettere. Non a caso, come testimoniano tanti psicologici, negli ultimi decenni sono moltiplicati i casi di ADHD, ossia i disturbi da deficit dell’attenzione. Dunque, spesso, si ha difficoltà a processare l’audio, ci si distrae di più, e così si necessita dei sottotitoli.