Paola Turani, il passato e l’anoressia: “Una follia azzerare i fondi per i disturbi alimentari”

Paola Turani e l’anoressia: l’influencer esce allo scoperto e racconta la sua storia. Senza aiuti non si esce da un buco nero del genere

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Paola Turani a 20 anni (Blueshouse.it)

Paola Turani esce allo scoperto. È la notizia in merito alla cancellazione del Fondo di 25 milioni di euro stanziato dal Governo, relativamente al biennio 2023-24, dedicato ai disturbi alimentari che arriva con la nuova legge di bilancio che fa sussultare dalla sedia l’influencer e modella e la sprona a parlare, a mettersi a nudo e a spiegare perché questa decisione le sembra una follia.

La Turani ha un pubblico di 2 milioni di follower ma non si vergona ad andare indietro nel tempo, ripescando vecchie foto conservate nel cassetto dei ricordi che, anche per chi non decide di leggere il suo lungo post, sono emblematiche.

Paola Turani e l’anoressia: cosa ha passato a 20 anni

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Paola Turani in uno dei tre scatti allegati al post sui disturbi alimentari (Blueshouse.it)

Tre scatti in bianco e nero mostrano una Paola Turani giovanissima e soprattutto estremamente magra. Il busto, la vita, microscopici ed uno sguardo quasi assente. Tre scatti bastano a dare l’idea di un momento delicato della vita dell’influencer, oggi mamma di Enea. È lei a raccontarlo ricordando di quando a 20 anni, “in seguito a una forte pressione psicologica e un meccanismo malato per cui le taglie erano sempre più piccole, iniziai a mangiare meno, a saltare i pasti, poi a non allenarmi più per paura di “ingrossare” e infine a mangiare solo una mela al giorno”.

Era il tempo in cui Paola viveva a Parigi perché faceva la modella e questo non era semplice. Gli standard erano altissimi, ricorda, e la competizione era molta. E così finì “intrappolata in un circolo vizioso pericolosissimo innescato nella mia testa, ma io amavo troppo il mio lavoro” ricorda. Non solo non mangiava ma si era isolata da tutti “perché la malattia questo fa” precisa togliendo piano pano tutto, anche gli affetti. La cosa essenziale, precisa l’influencer, era dimagrire, i suoi agenti erano contenti e lei lavorava molto di più.

Così la Turani, davanti a tutti, ammette di essere finita in “un’ambiente tossico, un circolo vizioso” da quale è riuscita ad uscire solo dopo qualche anno quando ha capito che la sia vita era più importante di una taglia e che amici e famiglia sono il valore più grande.

L’importanza delle terapie

Per uscire dal tunnel dell’anoressia, parola che Paola Turani non usa mai ma che fa capire a chiare lettere, dice di aver affrontato un lungo percorso “un lavoro di auto-accettazione che non sempre andava di pari passo con i canoni estetici imposti dalla moda a quel tempo” che le ha permesso però di raggiungere il suo prezioso equilibrio esteriore ma soprattutto interiore. Non lo dice esplicitamente ma è chiaro: questo è stato possibile solo grazie all’aiuto di specialisti, di figure ad hoc che sanno come sostenere chi finisce nel buco nero dei DCA, oggi, ricorda, prima causa di morte tra i giovani. Ecco perché, con la cancellazione dei fondi, il suo pensiero va ai pazienti e alle loro famiglie che “si ritroveranno da soli ad affrontare situazioni difficili senza supporto perché i DCA necessitano di una terapia psicologica e fisica complessa – sottolinea – che troppe volte si tende a sminuire o, peggio ancora, a ignorare”. Ecco perché per lei tutto questo rappresenta un grave passo indietro.

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