Rocco Siffredi, come è morto davvero il fratello Claudio Tano: nella realtà, le cose non sono andate come nella serie televisiva targata Netflix.
È stata distribuita solamente due giorni fa, ed è già la produzione televisiva di cui tutti parlano. Il riferimento è a “Supersex”: la serie Netflix composta da sette episodi che ripercorre – seppur con libertà di trama – l’ascesa di Rocco Siffredi nel mondo del cinema a luci rosse.
Una biografia romanzata, quella cucita attorno alla figura dell’attore, impersonato da un Alessandro Borghi in splendida forma. Le aspettative sul prodotto Netflix erano elevatissime. Del resto, la fetta di pubblico che desiderava conoscere ancor più da vicino il classe 1964 era assai ampia.
Una serie televisiva che, stando a quanto dichiarato dall’attore, è riuscita ad impressionare persino i suoi stessi familiari. Se la moglie Rosa Caracciolo, tutto sommato, era consapevole del vissuto del marito, i suoi figli Leonardo e Lorenzo lo erano di gran lunga di meno.
Nei sette episodi che compongono “Supersex”, ovviamente, vi sono delle libertà di trama che non sono passate inosservate ai telespettatori. Una, in modo particolare, riguarda la sorte – a dir poco tragica – a cui è andato incontro il fratello minore Claudio, all’età di appena 12 anni.
Fin dai minuti iniziali di “Supersex”, tra i familiari di Rocco Siffredi se ne distingue uno in particolare. Parliamo del fratello minore Claudio Tano. Il quale, nella realtà, era affetto da un disturbo epilettico manifestatosi già in tenera età, e peggiorato in seguito ad una “mazza di ferro presa in testa” quando aveva solamente due anni.
Nella serie Netflix, ciò nonostante, non si fa alcun riferimento all’epilessia di cui soffriva il fratello del protagonista. All’opposto, l’unico particolare a cui i protagonisti di “Supersex” accennano è proprio il colpo inferto al bambino da alcuni coetanei.
Persino il racconto della morte del 12enne, nella serie, differisce rispetto a quanto accaduto nella realtà. Claudio Tano, in “Supersex”, viene a mancare in pieno giorno, dopo essersi accasciato nel balcone della casa di famiglia. In verità, come raccontato dal classe 1964 in persona, la scomparsa di suo fratello avvenne in circostanze molto diverse.
Claudio Tano venne a mancare all’età di solamente 12 anni, in seguito ad una crisi epilettica che lo colse nel pieno della notte. Una perdita atroce, quella del fratello minore, che influenzò il giovane Rocco anche in un altro senso. L’attore, da quel momento in avanti, accusò sempre di più l’assenza della mamma Carmela.
Quest’ultima, straziata dalla perdita del figlio, non sarebbe mai riuscita a riprendersi del tutto dallo choc della sua scomparsa. Un avvenimento, il lutto, che segnò profondamente la donna, fino al punto da condizionare la sua capacità di dimostrare affetto.
“Spesso si arrabbiava con me, mi mordeva le braccia. Io però sapevo quanto soffriva“, confidò Siffredi tempo fa in occasione di un’intervista. Lasciando trapelare quanto la scomparsa del fratello, di fatto, abbia stravolto da cima a fondo le dinamiche familiari.
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