Tiziano Ferro svela alcune storie del suo passato e del suo coming out, in una intervista svoltasi per l’uscita di “accetto miracoli”
Tiziano Ferro continua a stupirci per la sua sensibilizzata che ritroviamo in questo suo racconto del suo coming out. Ma prima di rischiare di raccontare di lui solo in quanto a “celebrità omosessuale“, parliamo dell’artista. Dopo “Accetto Miracoli“, arriva sugli scaffali di Spotify “Il Mondo è Nostro“. Album pop di un artista che danza con un testo intriso di sostanza e valore artistico e umano. Oggi Tiziano Ferro lo stiamo vivendo per queste opere pop che “fanno piangere“, come racconta ridendo nell’intervista, ma l’artista ha lasciato dietro di una scia di opere memorabili.
Una scia che racconta la sua storia ed il suo passato, “circondato dall’odio, dalla negazione dal fastidio nei confronti di questo tema” racconta. “e poi è arrivata la musica. Dico sempre che la musica mi ha salvato la vita, anche se il mondo attorno sembrava complesso e contrario a quello che mi sentivo, c’era la musica e potevo dire le cose.” In questo contesto il sentiero che l’artista ci lascia, le briciole che compongono il percorso fuori dal bosco, ci permette di conoscere pezzi che hanno fatto la storia.
Dai capolavori più storici, ma anche più conosciuti, come “Rosso Relativo“, primo album del 2001 fino a “Nessuno è solo” del 2006 con l’iconico pezzo di “Ti scatterò una foto“. Ma Tiziano Ferro sa essere un’artista poliedrico, che lascia tante briciole del suo percorso, come il capolavoro poco conosciuto, che consiglio vivamente di ascoltare, del feat con i Linea77 nel loro album “Horror Vacui“, nel pezzo “Sogni Risplendono“. Se non lo avete ancora messo vi dirò un altro buon motivo per ascoltarlo: è una canzone metal con la voce di Tiziano Ferro.
In questo grande contesto musicale Tiziano Ferro lascia, quindi, una serie di opere che raccontano, però, anche la sua storia. E proprio sul grande tema che lo ha portato al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica, racconta le sue difficoltà ma anche le sue speranze.
Dopo aver raccontato dell’ambiente e del valore della musica che abbiamo sopra citato, il cantante continua raccontando come con il tempo ha avuto la necessità di rimanere in contatto con se stesso. Ha iniziato, così, ad andare in analisi all’età di 28 anni “Il problema, però, ce lo avevo con me stesso, non con gli altri. Risolto il problema con me stesso a me non me ne è fregato più nulla.”
conclude cercando di spiegare una sua intolleranza verso chi conduce una doppia vita e non vuole esporsi “[…]siamo qui ancora a prendere gli insulti di chi ha bisogno di dire che il mio non è un matrimonio, allora ragazzi c’è bisogno di alzare un po’ la testa“.
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