Zucchero parla di sé in occasione dell’uscita del documentario che in programma nelle sale cinematografiche
Zucchero – Sugar Fornaciari, il documentario con la regia di Valentina Zanella e Giangiacomo De Stefano, presentato al
Cinema di Roma, sarà nelle sale il 23-24-25 ottobre con Adler Entertainment. Il grande cantautore emiliano all’Ansa ha spiegato di aver accettato di fare questo lavoro “a patto che non fosse un documentario celebrativo”.
Del resto è comunque difficile non celebrare chi ha condiviso il palco con artisti del calibro di Pavarotti, Sting, Clapton, Ray Charles e tanti altri. “C’è molto Adelmo più che Zucchero“, ha affermato, marcando che l’aspetto intimo è più presente di quanto uno show pubblico possa far sembrare.
La sua è una storia che può sembrare come tante. Nato cresciuto in un paesino della Bassa Padana, ancora oggi il bluesman reggiano per eccellenza fa incetta di spettatori in ogni angolo del mondo.
Il successo di Zucchero dalla campagne emiliani al tetto del mondo
Il film comincia a scavare nella vita di Adelmo Fornaciari fin da Roncocesi sul Po, il luogo d’origine “con la coop comunista davanti la chiesa dove andavo a suonare l’organo in cambio di fare il chierichetto la domenica”. Terra che ha 11 anni ha abbandonato per Forte dei Marmi ma che non ha mai dimenticato, neanche nei momenti bui.
Come tutti gli artisti (che producono anche grazie ai periodi emotivamente difficili), nei primi anni Novanta quando la luce del successo lo aveva già investito in pieno, c’è la depressione “che non mi fece godere delle bellissime cose che mi accadevano”.
Spazio alla persona prima dell’artista, a quella che porta avanti collaborazioni con chi sente sincero e genuino come Pavarotti, “un gigante”, che amava comunque giocare a briscola con gli amici di sempre, in dialetto.
Zucchero è riuscito a entrare nell’olimpo degli artisti mondiali quasi senza volerlo “a me bastava fare il musicista e mettere su una famiglia, fare un album neppure lo sognavo, invece le cose sono capitate, con il talento certo, con la fortuna anche, ma pure a prescindere dalla mia volontà”.
Talento e fortuna, quando vanno a braccetto e sono nelle mani di una sola persona, può nascere qualcosa di straordinario com’è successo a lui. Un beneficio per sé stesso ma anche per l’Italia, certamente non nota per la produzione di blues e rock ma con le competenze i miracoli esistono e Zucchero lo sa bene, ci crede “in questa notte di tequila boom boom”.